Pronto ad immergerti nel teatro dell'assurdo?Nella
bizzarria? In quel reale dramma familiare così folle da divertirti?
Siediti e spogliati da ogni logica, da ogni
convenzione, perchè solo così potrai realmente cogliere quel "carnevale" familiare messo in scena,
con la sua inversione dei ruoli, la loro elusione, la loro negazione.
Perchè non in tutte le famiglie c'è una madre
depressa, psicotica, narcisista che insegue il sogno di diventare una scrittrice famosa e che, in
quanto costipata artisticamente, si lascia consolare dal figlio di soli 4 anni.
Non in tutte le famiglie c'è un padre assente,
costantemente alcolizzato, che in una lite isterica con la moglie sfiora la
morte.
Non in tutte le famiglie puoi toccare con i
polpastrelli delle tue dita l'amore di quel figlio nei confronti della madre, quella stima, quella
venerazione, quell'ardente desiderio di diventare come lei, anche se questo si concretizzasse, poi, con
l'innamorarsi di un uomo più grande di lui, figlio adottivo dello psicoanalista
della madre.
Sarà un tentativo inconscio di trovare un proprio
equibrio, amando colui che colma il vuoto di un padre assente ? O, forse, sarà
un altro vano tentativo di imitare la madre finendo anche lui con l'innamorarsi
di un uomo? O, semplicemente, un dramma che si ripete, un'altra storia condita
da pedofilia, omosessualità e psicosi.
Non sembra tanto illogica la decisione di
rivolgersi ad uno psicoanalista.
Forse l'avresti fatto anche tu.
Magari non proprio da Finch, patriarca folle e
forse un po' subdolo, che riceve i propri clienti in una stanza di casa
propria, adiacente al suo "masturbatorium" e che consiglia al figlio
della cliente di suicidarsi come unico modo per giustificare le assenze a
scuola.
Forse non ti saresti rivolto a lui se solo avessi
immaginato di essere abbandonato dalla tua amata madre in quella
"casa", più simile ad una cooperativa per persone che hanno problemi
di salute mentale.
Quella casa in cui l'albero di Natale non è stato
fatto troppo presto, piuttosto è troppo tardi per decidere di gettarlo via
(dato che è li da solo due anni).
Così conosci una figlia adottiva che ti vuole far
provare per gioco l'elettroshock del padre, abbandonata dall'uomo amato più
grande di lei di 30 anni.
E trovi quell'altra figlia, incastrata nel
complesso di edipo, che rinchiude il gatto Freud all'interno di una gabbia non
facendolo mangiare né bere per 4 giorni perchè sostiene sia stato lui stesso a
chiederglielo ( ovviamente poi si assisterà al suo funerale...).
E ti ritroverai a guardare film horror in
televisione con la loro "madre" che mangia biscotti per cani e che ti
critica perchè tu non sei propenso a sperimentare cose nuove.
Un elogio alla follia in cui i calmanti e i nuovi
medicinali vengono fatti assaporare come fossero caramelle, in cui non soprende
sorprendere la propria madre con un'altra donna, nè ascoltare tutti i suoi discorsi
che di materno hanno ben poco.
Così, forse, anche tu ti abbandonerai al sogno.
Perchè l'unico modo per sfuggire la realtà, l'unico modo per
superare i momenti difficili.
Un film, teatro di sogni disillusi e disattesi, ma
anche di sogni in cui credere ancora, sogni in cui sperare.
E, forse anche tu, penserai che il sogno di avere
una famiglia sia un bel sogno.
I sogni come cornici cui aggrapparsi per sfuggire
il dolore di una vita satura di abbandoni, indifferenza, angoscia, rabbia.
Quella rabbia che deve essere sfogata magari urlando,
magari abbattendo il soffitto troppo basso di una cucina perchè ti senti
schiacciare. Ma anche questo urlo di disperazione, più reale che metaforico,
viene vissuto normalmente, addirittura dona il necessario humor alla cucina.
E se tutta questa bizzarria si prefigura ancora
come normale per te...
...non mancherà ad arrivare un segnale positivo
divino che si materializza nello stronzo che galleggia nel water di casa Finch.
In un mondo folle come questo, nel quale assisterai
durante il giorno del compleanno del figlio alla madre depressa che mangia con
gusto le candele piuttosto che la torta, finirai anche tu con il desiderare ardentemente
quei limiti e quelle regole che impreziosiscono la noiosa prevedibilità della
vita.
Perchè sei stanco del sintomo, logorato
dall'episodio psicotico, che deride tua madre mentre danza sotto una neve che
non esiste, sebbene possa simboleggiare quel tentativo di fugare l'idea del
necessario ricovero in un istituto psichiatrico.
E poi in un bar qualunque scorgi tua madre
incontrare tuo padre con la sua meravigliosa fidanzata accanto, fino a quando
non scopri che i soldi del tuo mantenimento vengono mandati mensilmente al
"vostro" santone psicoanalista dopo la procura legale dei vostri beni
firmata da lei stessa.
L'elogio all'assurdità della normalità...perchè in
fondo non stupisce più il bagno di luna che la madre fa a tutti i suppellettili
della casa nel letto del proprio giardino.
Siediti e rifletti un momento.
Cosa avresti fatto?
Ti ritieni davvero solo capace di calmare gli
psicotici?
Avresti corso anche tu con un paio di forbici tra
le mani?
O avresti continuato a sognare a New York lontano
da tutti/o ?
Autrice: Francesca Roccuzzo
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